Il tempo della vendetta

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Titolo: Il tempo della Vendetta

Autore: Yrsa Sigurdardottir

Editore: Mondadori

Traduzione dall’inglese: Stefano Massaron

Il tempo della vendetta è l’ultimo libro scritto da Yrsa Sigurdardottir, ingegnere civile islandese che si è dedicata alla scrittura dopo alcuni anni di professione. Ho scritto un post sugli ingegneri scrittori, categoria che seguo con grande interesse e Yrsa è sicuramente un esempio moderno di come si possa diventare buoni scrittori dopo aver studiato discipline molto lontane da quelle letterarie.

Una bambina viene uccisa a Reykjavík, frequentava la scuola media. Dopo dodici anni, viene ritrovata una “capsula del tempo”, ossia una scatola in cui un gruppo di alunni, aveva inserito delle lettere in cui descrivevano come sarebbe stata l’Islanda nel 2016. Una lettera è diversa dalle altre, è anonima e riporta un messaggio terrificante “Le seguenti persone moriranno: K, S, BT, JJ, AV e I. Nessuno sentirà la loro mancanza. Io meno di tutti. Non vedo l’ora.” La macabra anticipazione fa scattare le indagini della polizia che vengono assegnate al detective Huldar ed alla collega psicologa Freya. I due come prima cosa cercano di definire il profilo dell’autore del messaggio. Tutto sembra confermare che la lettera è solo uno scherzo di cattivo gusto di qualche ragazzo in vena di scrivere stupidaggini, quando vengono ritrovate due mani violentemente segate dal corpo a cui appartenevano. Del corpo nessuna traccia. Le indagini portano ad identificare la vittima le cui iniziali sono comprese tra quelle del macabro messaggio trovato nella capsula del tempo. Seguiranno altri crimini le cui vittime hanno le iniziali comprese nell’elenco. Si scatena una vera e propria gara contro il tempo per fermare la carneficina.

La storia è narrata dalla Sigurdardottir con uno stile essenziale, un ritmo incalzante, una trama intricata, capace di affascinare il lettore e di sorprenderlo continuamente. Una storia di una serie di crimini commessi con freddezza e malvagità assoluta da parte di una mente che ha lo scopo principale di uccidere costringendo la vittima a provare il dolore giù grande possibile, unica giustificazione alle irrituali modalità con cui avvengono gli omicidi. I protagonisti sono personaggi privi di fascino particolare, persone normali, con i loro pregi e difetti, coinvolti in una storia crudele iniziata anni prima e che continua a generare violenza e vittime. Alcuni protagonisti hanno passati pesanti di violenze e sofferenze familiari in tenera età. Il libro traccia un quadro della società islandese non proprio idilliaco, con violenze domestiche molto più diffuse di quanto si possa immaginare, con pesanti ripercussioni sulle vite future delle vittime. La maggior parte dei romanzi che arrivano dai paesi nordici sono thriller e libri gialli che raccontano storie che spesso hanno origine da violenze subite dai protagonisti in famiglia o in età adolescenziale. Non che gli altri paesi non abbiano questo tipo di problemi, ma a leggere la produzione letteraria, sembra che in questi paesi la violenza domestica sia un problema irrisolto dall’innegabile progresso sociale che questi paesi hanno raggiunto.

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